CULTURA – Mattatoio 22, in mostra Beppe Madaudo

“La Biblioteca di Viterbo inaugura oggi un nuovo segmento culturale, quello delle mostre.”
E’ con queste parole che il commissario straordinario della Biblioteca Consorziale di Viterbo, ha presentato la mostra “Mattatoio 22”, un progetto site specific di Beppe Madaudo che sarà visibile al pubblico dal 24 febbraio al 12 marzo 2017 al Polo Culturale della Fondazione Carivit di Valle Faul ad ingresso libero.

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FOTO GENTILMENTE CONCESSE DA LUCIANO LATTANZI

Cosa succede quando un’istituzione vocata alla promozione e alla diffusione del sapere come la biblioteca consorziale di Viterbo incontra l’arte e la ricerca personale di uno degli artisti italiani più eclettici e apprezzati a livello internazionale?

Per la mostra “Mattatoio 22” (tra i riferimenti il Kurt Vonnegut di Mattatoio n.5) – in realtà un vero e proprio contenitore culturale – Madaudo ha realizzato un progetto site specific disegnato appositamente per l’ex Mattatoio di Valle Faul, ora Polo Culturale della Fondazione Carivit che culminerà nella serata di apertura, con una performance artistica fuori dall’ordinario.

Nella performance inaugurale (venerdì 24 alle ore 18) la figura di un toro verrà scomposta e spartita (pesandola con la bilancia) al pubblico presente in modo che ognuno che voglia, possa portarsi a casa una parte della figura, che quindi diventerà un’opera collettiva, in cui ogni parte rappresenta, metonimicamente, il tutto.
«Una perfomance che vuole richiamarsi», sostiene l’artista, «al motto biblico del “prendetene e mangiatene tutti” nella convinzione che il contenuto vitale del cibo – e dell’arte – possa e debba essere condiviso al più largo pubblico possibile, perché l’accesso alla cultura e all’arte deve essere universale.
In questo modo, viene omaggiato artisticamente questo luogo, dove gli animali venivano sacrificati per il nostro nutrimento fisico, e da cui ora si propaga invece l’arte e la cultura.»

Tra gli altri elementi di novità ci sarà la possibilità di essere fotografati sopra un divano realizzato da Madaudo e divenire quindi parte integrante dell’opera d’arte mentre la mostra è costruita sul doppio binario dell’incontro tra le immagini e la scrittura da una parte, e dall’altra il regno animale, rappresentato dagli immensi tori, che sono visti non tanto dal punto di vista fisico ma come frutto di una visione simbolica. Possiamo dire che sono due mostre racchiuse in un unico spazio», illustra Beppe Madaudo.

«Perchè una biblioteca organizza una mostra d’arte? Rendere accessibile ai cittadini la Cultura in ogni sua forma è la nostra missione e, preso atto della deriva che il sistema culturale italiano vive da anni, allargare la nostra attività al campo artistico è diventata una scelta precisa e necessaria.
L’organizzazione di mostre d’arte si affianca all’intensa attività della Biblioteca che dal libro all’educazione, all’attualità e alla progettualità per il territorio, spazia nei vari campi del sapere per offrire ai cittadini quello stimolo a pensare e a vivere consapevolmente che è l’obiettivo ultimo di ogni istituzione culturale» spiega il Commissario Straordinario della Biblioteca di Viale Trento, Paolo Pelliccia.

A corollario di questa importante mostra – due imperdibili appuntamenti con la riflessione sull’arte a partire dai libri – con il noto storico dell’arte Claudio Strinati (il 3 marzo, ore 17,30) il quale discuterà con Andrea Alessi di Raffaello (Scripta Maneant) e la giornalista culturale Lauretta Colonnelli (il 7 marzo, ore 17,30) che dopo il successo de La Tavola di Dio, presenterà al pubblico la sua nuova uscita editoriale Cinquanta quadri. I dipinti che tutti conoscono. Davvero? (Edizioni Clichy).

Un videosaluto da parte di Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, capitale della Cultura 2018, è stato recapitato agli organizzatori della mostra, in cui si esprime tutto il legame con Madaudo e con la cultura dell’accoglienza – espressa dal dipinto eseguito da Madaudo di San Benedetto Il Moro, il santo nero co-patrono della città di Palermo, ricordando fra i diritti universali dell’uomo ci sia quello inalienabile della mobilità internazionale.

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