CULTURA – Sessantotto, anno di rottura e di cambiamenti che si protrae ancora oggi

– Di Simona Tenentini – Anno di rottura nella società italiana e punto di partenza del processo di democratizzazione. Il ‘68, secondo Giovanni Bianco, che ha aperto il convegno “Eredità e attualità del sessantotto” organizzato a Civita Castellana dall’associazione culturale nazionale Giorgio La Pira, ha determinato: “la messa in discussione di alcuni capisaldi fondamentali fino ad allora, portando l’immaginazione al potere ed il superamento del dualismo tra masse ed apparati.” Si tratta di una fase che coincide con il momento di attuazione del principio di uguaglianza, diretta espressione dell’art.1 della Costituzione, e con la critica della concezione tradizionale dell’autorità, che confluiscono direttamente nella riforma del diritto di famiglia e nella legge sul divorzio, le due grandi conquiste dell’epoca. Le aule occupate non solo l’unica espressione di questa ventata di novità che, invece, investe tutti gli ambiti in maniera molto più complessa, determinando una liberazione generale da vincoli ed eccessi arcaici, con una forte critica degli assetti esistenti nella società. L’identità sociale non è più determinata dalla famiglia ma si assiste ad una potente spinta verso la liberazione sessuale, con un primo embrione del riconoscimento dei diritti gay che verranno ulteriormente delineati in futuro. Il 68, insomma, incarna una serie di eventi che non possono essere considerati l’uno scisso dall’altro e da un’unica prospettiva. Bisogna, in realtà, analizzare l’insieme delle espressioni sociali e di costume che hanno come effetto dirompente la rottura tra il precedente periodo storico ed il futuro caratterizzato da un elemento di democrazia e dallo spirito partecipativo. Il ’68, in definitiva, è un periodo di transizione che, tra speranze e cambiamenti, si protrae ancora oggi. Il convegno, aperto dal presidente dell’associazione culturale nazionale “Giorgio La Pira”, Emilio Corteselli, ha vantato il patrocinio della Fondazione “Giorgio La Pira”, dell’Accademia di studi storici “Aldo Moro”, dell’Archivio storico Flamigni, del Comune di Civita Castellana e dell’Istituto Midossi ha visto le relazioni di Giovanni Bianco (Università di Sassari), Carlo Bersani (Università Niccolò Cusano), Francesco Maria Biscione (storico), Aurelio Rizzacasa (Università di Perugia) Giulio Conticelli (Università di Firenze, vicepresidente Fondazione “Giorgio La Pira”) e Nicola Tranfaglia (Università di Torino).

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