RASSEGNE – “Briganteide”, in scena la storia di Domenico Tiburzi

GRADOLI – Per la stagione “Teatri in movimento”, il Teatro Null, Officina culturale della Regione Lazio I porti della Teverina, sabato 3marzo ore 21,00,presso il Teatro Farnese di Gradoli, presenta “Briganteide” di Gianni Abbate.
Lo spettacolo è presentato in collaborazione con il Comune e la Pro Loco di Gradoli.Centoventuno anni fa, il corpo di Domenico Tiburzi veniva sepolto all’entrata del cimitero di Capalbio, dopo una disputa tra quelli che lo volevano nel cimitero e il parroco che si rifiutava, venendo così a un compromesso. Col passare del tempo il cimitero si è ingrandito e adesso la sua tomba è in terra consacrata, come a dire che Domenichino si è preso una rivincita sul parroco che lo volle fuori dal cimitero. Quando morì i cantastorie portarono la notizia sulle piazze, anticipando i titoli delle Gazzette. Ma in Briganteide non si parla solo di Tiburzi, emblema del brigantaggio maremmano,si vuole anchefar lucesulle origini del Brigantaggio e le sue cause. “Innanzitutto c’è da dire che il brigantaggio è un fenomeno universale antico quanto l’uomo” – dice Gianni Abbate –“Se analizziamo il Medioevo, è tutto un susseguirsi di avvenimenti criminosi, in particolare saccheggi e aggressioni, specialmente lungo le vie di traffico, così come erano frequenti i sequestri di persone facoltose, cosa che ritroviamo ancora nel ‘900. Tra il Seicento e il Settecento, il fenomeno “brigantaggio” ha avuto un leggero calo, per tornare a farsi nuovamente prepotente nell’Ottocento.Proliferò a dismisura anche grazie al permissivismo di vari papi. Negli anni successivi all’Unità d’Italia, latifondismo, fiscalismo pesante, tributi, tasse, tirannia e soprusi, riduconole masse contadine alla miseria più nera. In questo clima non può che non proliferare il brigantaggio e i contadiniintravedevano nell’opera del bandito “livellatore” l’unica forma di rimedio ai torti e alle ingiustizie sociali”.Lo spettacolo, tra narrazione e musica dal vivo, ci fa rivivere il brigantaggio in Maremmacon ironia e spunti divertenti, ma ci fa anche riflettere sul nostro presente. Prendono parte allo spettacolo: Gianni Abbate, Ennio Cuccuini, Simone Precoma e Sabrina Cori. Musica dal vivocon Stefano Belardi, chitarra acustica, bouzuki e voce, Christian Arlecchino violino, Simone Possieri percussioni. Testo e regia sono di Gianni Abbate. Ingresso intero € 7,00 ridotto € 5,00.
Info: 3471103270 – www.iportidellatevrina.it


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Data
03/03/2018
21:00 - 22:00

Organizzatore

Location
Teatro Farnese

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