CRONACA – Per un Risveglio che va…un Risveglio che arriva

-di Dott.Watson

L’AZZURRO – Era il 3 maggio 2011 quando a Valle Faul, alla presenza di un soddisfatto sindaco Marini, contornato dagli assessori Contardo e Muroni, venne posizionato “Il Risveglio”, una composizione in alluminio copia della originale di Seward Johnson realizzata nel 1980.
Da pochi giorni è scomparsa l’omonima opera di Alessio Paternesi e a Viterbo i più ignorano chi è Seward Johnson, e tantomeno conoscono il motivo per cui l’opera giunge in città.
A spiegarlo ci pensa Marini, secondo il quale Il Risveglio avrebbe dovuto simboleggiare la rinascita di Valle Faul anche se… “a tempo limitato”, ossia tre mesi, periodo stabilito per la permanenza sul posto.
Il Risveglio di Paternesi? Roba vecchia, superata, da provinciali.
In molti, anche sulla stampa, dopo qualche tempo iniziano ad interrogarsi sulla provenienza dell’opera e ben presto vengono soddisfatti: la proprietà è di una galleria romana, la Ca’ d’Oro di Gloria Porcella, donna impegnata socialmente e politicamente.
Candidata svariate volte con Forza Italia diviene responsabile del dipartimento cultura per il Lazio e ben presto una delle maggiori esponenti, insieme a Stefania Prestigiacomo, di Azzurro Donna.
A Viterbo è una vecchia conoscenza, visto che già nel 2002, cura una mostra a Palazzo Doria Pamphili dove il giovane Presidente Marini e l’ancor più giovane assessore Santucci si improvvisano tuttofare arrivando addirittura ad affiggere i quadri.

La Porcella dunque ha un ottimo rapporto di collaborazione con la politica viterbese e sarà forse per tale motivo che intende omaggiare la sua città adottiva di un’opera così importante come Il Risveglio che, tra l’altro, da quando è stato realizzato, di tour ne ha fatti, e non pochi.
Per la prima volta compare a Siracusa, durante il G8- Ambiente, dove viene presentata come metafora della rinascita dell’uomo e della presa di coscienza ambientalista, dopodiché, con l’avvicinarsi del ventennale della caduta del muro di Berlino, viene esposta a Roma, a Largo Marconi. In questa circostanza, diviene il simbolo del risveglio delle coscienze contro i regimi totalitari. Insomma, paese che vai, interpretazione che trovi, l’importante che si trovi un pretesto per la collocazione che, anche in questo caso, suscita forti polemiche. La Soprintendenza infatti lamenta sia il forte e stridente contrasto con i marmi dell’Eur che lo scarso valore artistico, presentando quindi tre diffide formali per la sua rimozione.
Ecco allora che la dinamica Porcella trova una soluzione: realizzare nel centro storico di Roma una biennale di scultura moderna, dove Il Risveglio avrebbe potuto trovare finalmente posto. Immediata la reazione sdegnata del mondo della cultura romana. Umberto Croppi, già assessore alla cultura di Alemanno, arriva a minacciare denunce penali.
Che fare quindi con questo benedetto Risveglio? Meno male che esistono gli amici, sempre pronti a dare una mano nei momenti di difficoltà. Marini interviene immediatamente per cercare di trovare una soluzione: del resto lui lo spazio ce l’ha, non si mette a fare disquisizioni estetiche e per giunta “un altro risveglio” lo ha appena perso.
Fu così che, dal 2011 ad oggi, sebbene dovesse “fermarsi” solo tre mesi, The Awakening sta ancora a Valle Faul, nel corso degli anni più volte offeso e vilipeso. Basti pensare che, già a giugno 2011, l’allora consigliere delegato al decoro Antonio Obino, denunciava che, “dalla bocca del Gigante proviene distintamente odore di urina”.
L’unico momento di gloria, in questa vicenda tormentata, è stato quando, la scorsa estate, due liste civiche l’hanno scelto come location per le foto elettorali, dopo solo degrado ed incuria. Tanto che, dopo essere stato usato prima come simbolo del risveglio delle coscienze e poi di quello ambientalista, ora è diventato impietosamente la metafora dell’abbandono, quello in cui versa la città di Giallo ed Azzurro adornata.

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