“La cultura, a Viterbo, piegata ad interessi personalistici”

– di Simona Tenentini –

Politiche nebulose ed incongruenti.
Non ha mezzi termini, Pasquale Bottone, nel definire la situazione che attualmente regna negli ambienti politici ed istituzionali di Viterbo, fortemente “impermeabili” a logiche di ampio respiro, ma, al contrario, impietosamente ripiegati su stessi in una china preoccupante.
Le sue parole aspre e chiare, non lasciano spazio a diverse interpretazioni: “Il Salotto della 6, la prima rassegna letteraria made in Viterbo, esistendo sul territorio sin dal lontano duemiladue ; il salotto delle 6 per leggere discutere e partecipare in una fase storica che vede
ancora, come sempre, la città dei Papi al centro di politiche culturali e amministrative tanto nebulose
quanto incongruenti soggette sempre ai personalissimi interessi di qualcuno.
E’ il malinconico balletto di vecchie radicate clientele ormai fuori dal tempo, ma sempre presenti nelle secrete stanze di un claustrofobico e spesso assai dilettantesco potere.
Il Salotto delle 6 ancora qui, nella fattispecie grazie alla caparbia costanza del commissario Paolo Pelliccia, alla mediterranea incoscienza del sottoscritto e alla produzione di Unindustria, sempre presente in questi anni .
Main theme di questa edizione, l’immaginazione al potere perchè l’autonomia di pensiero e la creatività sono l’unico antidoto al crescente appiattimento delle coscienze, perchè guardare le cose non solo con gli occhi, ma attraverso gli occhi può essere l’unico indicatore di una ripartenza possibile.
Ho sempre apprezzato di Vittorio Emiliani la forza espressiva, l’elegante ironia, la tagliente vis polemica: ho sempre apprezzato l’autenticità dell’uomo e del professionista , la sua passione civile, il suo giornalismo in grado di essere vivo e temerario, originale, ben lontano da servilismi verso il potere, dai giri chiusi dei cori adoranti e delle schiene piegate.
Per questo fu un impagabile direttore de il messaggero dal 79 al 87 che rese giornale di servizio, vicino alla cittadinanza , laico, in un ambiente proverbialmente bigotto e confessionale. Le sue furono battaglie anticonformiste deluxe che ancora oggi si ricordano e che potrebbero essere esempio luminoso da seguire per molti cosiddetti giornalisti di oggi sempre pronti al compromesso velinaro e alla facile reverenza spiana carriere.”

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