INTERVISTE – “Real – A Ghostbusters Tale”, un sogno diventato realtà

– di Virginia Duranti –

Ci sono domande che non smetti mai di porti, specie se sei un appassionato, un fan vecchio stile, di quelli che hanno visto tutti i film, imparano alla perfezione le battute e hanno poster su poster.
Che fine hanno fatto i Ghostbusters? Possibile che Peter Vankman, Ray Stantz e Egon Spengler abbiano appeso lo zaino protonico al chiodo? Sono davvero finite le loro incredibili avventure?

Real – A Ghostbusters Tale è un contributo al celebre cult americano del 1984 per dire che la storia continua. Girato a Roma, grazie alla collaborazione di un gruppo di attori che prima di essere tali sono amici, il film riporta in auge, con personaggi di casa nostra e una storia tutta nuova, gli Acchiappafantasmi di Ivan Reitman.Ci sono ancora mostri da uccidere.
L’ideatore e regista di questo progetto, Edoardo Stoppacciaro, attore e doppiatore racconta, con professionalità e gioia, come si è realizzato il suo sogno di bambino.

Come nasce l’idea di “REAL – A Ghostbusters Tale”?

1) L’idea di “REAL!” è un sogno che cullo fin da quando bambino, ho scoperto che i Ghostbusters, i miei eroi preferiti, non esistevano soltanto nel cartone animato che seguivo assiduamente, ma anche in ben due film con attori in carne e ossa. Quella scoperta trasportò i miei eroi nel mondo reale, come se avessi capito che, in qualche modo, i Ghostbusters esistevano davvero.
E allora ho deciso che anch’io sarei diventato un Acchiappafantasmi. Furono proprio gli Acchiappafantasmi a farmi innamorare della recitazione e del doppiaggio. Quindi si può dire che sogno di realizzare un mio film sui Ghostbusters da prima di sognare di fare l’attore. Poi, sai com’è, certi sogni di bambino sono così irrealizzabili che impari presto a dimenticarli. “Da grande farò l’astronauta!” … “Da grande farò l’Acchiappafantasmi”… Ma quel sogno era rimasto lì, acquattato in un angolo del mio cervello, come una bomba innescata, in attesa di una scintilla che la facesse esplodere.
La scintilla è arrivata con le sembianze di mia moglie Sara che, per il mio trentesimo compleanno, mi regalò uno zaino protonico! A quel punto, come se l’unico ostacolo tra me e un film di Ghostbusters fosse uno zaino protonico, decisi che avrei proprio dovuto rispolverare quel mio vecchio sogno e mettermi a lavorare al film.
In una settimana scrissi il soggetto; dopo tre mesi, trovandomi a recitare in teatro assieme ai miei amici e colleghi Marco Fumarola e Fabio Cavalieri, scoprii di aver trovato i miei co-protagonisti e, in un mese e mezzo, scrissi il primo draft della sceneggiatura. Era un progetto senza troppe pretese, una cosetta tra amici, ma ha cominciato da subito ad attrarre talenti di ogni settore.
Primi fra tutti il mio co-regista Cristian Calabretta e lo scrittore e sceneggiatore Valerio Albasini Di Giorgio, insieme ai quali ho passato gli ultimi due anni a dare forma compiuta alla sceneggiatura. Poi è arrivato il nostro Simone Schiralli, bravissimo direttore della fotografia e mio amico di vecchia data, e insieme a lui i JMMates e Marco Tudini, maestri degli effetti digitali, e tante altre persone. E mano a mano che sempre nuovi professionisti si avvicinavano al progetto e dicevano “Bello! Ci sto!”, il film si ingigantiva, e noi pensavamo: “ma sì, possiamo osare ancora un po’ di più”… fino a fare di “REAL! – A Ghostbusters Tale” la colossale follia che è ora.

Quali sono i messaggi che il progetto “REAL” intende proporre al pubblico?
2) I messaggi di “REAL! – A Ghostbusters Tale” sono diversi.
Il primo è lo stesso messaggio di “Ghostbusters”: se hai un gruppo di amici affiatati, una mente curiosa e un minimo di preparazione, non c’è minaccia tanto spaventosa da non poter essere affrontata con una risata.
Questa è una parte importante del fascino che gli Acchiappafantasmi esercitano sul pubblico di tutte le generazioni: sanno insegnarti ad affrontare la paura con coraggio e allegria, e noi, nel nostro piccolo, vogliamo mostrare che è ancora possibile.
Un altro messaggio importante che vorremmo lanciare riguarda il cinema italiano. Ci piacerebbe dimostrare (e film come “Lo chiamavano Jeeg Robot” lo hanno già fatto) che il cinema di casa nostra può anche realizzare ottimi prodotti nel genere fantastico, anziché ricadere nei tre filoni del cinema di denuncia/commedia all’italiana/cinepanettone che lo monopolizzano da decenni.
E vorremmo anche far vedere come, se si hanno buone idee, grandi sogni e gente davvero appassionata, non occorre un budget stellare per raccontare una bella storia di fantasia.
Il terzo messaggio che mi piacerebbe far arrivare è che, con impegno, dedizione e tanti buoni amici, perfino il sogno più folle può essere realizzato. Ci siamo sorpresi: inizialmente REAL era un sogno senza pretese.
In poco tempo però, è diventato un fenomeno talmente grande da richiedere un budget consistente per poter essere realizzato. E dal momento che l’unico modo in cui possiamo fare un film sui Ghostbusters è quello di proporlo come progetto senza scopo di lucro, nessun produttore potrebbe mai investirci. Questa è la ragione per cui stiamo conducendo una campagna di crowdfunding aperta fino al24 giugno sul sito www.produzionidalbasso.com, che offre a tutti i fan la possibilità di diventare produttori con un contributo minimo di 5€.


Che cos’è per te il talento?

3) Domanda difficile. Una mia maestra di recitazione sosteneva che il talento non esiste, ma che esistono soltanto lo studio e l’applicazione.
Non sono del tutto d’accordo. Il talento, secondo me, è saper riconoscere qualcosa (un mestiere, una forma d’arte, un’area scientifica…) come parte di sé a un livello quasi biologico, genetico.
Ci sono cose che, oltre a venirci naturalmente bene, ci provocano un grande senso di realizzazione. Ecco. Questo per me è il talento.
Poi ovviamente, se queste doti non vengono incanalate con lo studio e l’applicazione rigorosa, tanta predisposizione resterà come un frutto acerbo, magari anche bello da vedere ma immangiabile.

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