Review Category : approfondimenti

Leonardo, in corso le riprese a Viterbo della serie tv internazionale

Giu 24, 2020 Posted by In approfondimenti, Notizie Tagged , Comments 0
La fase di ripartenza per Viterbo passa anche dalle produzioni cinematografiche. Sono infatti in corso le riprese per Leonardo, la serie dedicata al genio toscano, co-prodotta da Lux Vide, Rai Fiction, Big Light Productions, in associazione con France Televisiòn e RTVE, co-finanziata e distribuita da Sony Pictures Television.
 
“Vedere Viterbo che torna ad essere la città del cinema a distanza di poco tempo dell’emergenza Covid, è davvero una grande gioia – ha sottolineato l’assessore allo sviluppo economico e alle attività produttive Alessia Mancini -.
 
Una fase di ripartenza che passa anche dalle riprese di una prestigiosa serie tv, con un cast di eccezione che vedrà sul campo attori come Giancarlo Giannini nei panni di Andrea Del Verrocchio e l’irlandese Aidan Turner nel ruolo principale di Leonardo da Vinci. 
 
Un supporto prezioso per le attività del nostro territorio. Ancor di più in un momento come questo.
La Lux Vide ha riavviato la propria attività cinematografica post Covid scegliendo nuovamente il nostro territorio.
L’indotto che le case cinematografiche creano durante le riprese, lo abbiamo visto in più occasioni. Come assessore allo sviluppo economico e alle attività produttive rivolgo un sentito ringraziamento a chi ha scelto di puntare ancora una volta le proprie telecamere su Viterbo e sui territori del nostro capoluogo.
 
A beneficiarne sicuramente è il settore alberghiero e della ristorazione, comparto che sta pagando pesantemente le conseguenze economiche del lockdown per l’emergenza Covid. Al tempo stesso ne trarrà beneficio l’intero nostro territorio, attraverso un sicuro e prezioso ritorno di immagine”.
 
Le riprese in questi giorni stanno interessando Montecalvello. Come da ordinanza della Polizia Locale (n. 191 del 17/6/2020), fino al prossimo 26 giugno alle ore 6 è in vigore il divieto di sosta con rimozione in piazza del Castello e in strada Montecalvello, limitatamente alla sola area ex scuola e lavatoio. 

 

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“Diario di quarantena”, ecco il docufilm della cooperativa Gli Aquiloni

Cos’hanno in comune ragazzi come Darpan, Tagloire e Paul? La giovinezza, le storie travagliate di chi ha fatto un lungo viaggio per venire in Italia e “Diario di quarantena”: il docufilm della cooperativa Gli Aquiloni che li vede protagonisti, insieme a una decina di adolescenti come loro. Studiano tutti all’istituto comprensivo di Orte.

 

Il video, in poco più di dieci minuti, attraverso una serie di interviste, racconta di come il lockdown ha giocato a disorientarli, senza riuscirci. Quello che conta è rimasto al suo posto: gli amici, un po’ meno a portata di mano, ma pur sempre presenti; la famiglia riscoperta. Perfino la scuola, adesso, è un posto in cui, senza esitazione, vorrebbero tornare. “Bisogna solo avere più pazienza”, dice Stella, molto più saggia dei suoi diciott’anni. In Humaiz, il riflessivo del gruppo, qualcosa è cambiato di colpo: “Quando leggevo il Corano lo leggevo così, in arabo, per leggerlo… questa volta ho cercato di capire”.

 

Il loro lockdown, con tutto quello che hanno imparato, sarà online a puntate: ogni giorno, alle 18,30, dal 22 giugno, verrà pubblicato un capitolo del docufilm sulla pagina Facebook della cooperativa Gli Aquiloni.

“Diario di quarantena” nasce nell’ambito del progetto “We care” – letteralmente: “ci importa”, “abbiamo a cuore” -, intrapreso da Gli Aquiloni a inizio 2020 e finanziato a Orte dal ministero dell’Istruzione. Prende spunto dal motto “I care” di Don Lorenzo Milani, per una scuola inclusiva, che abbia a cuore tutti gli alunni, anche i più svantaggiati.

Destinatari di “We care”, gli studenti dell’istituto omnicomprensivo di Orte che vengono da Paesi lontani. Decine di nazionalità diverse: una scuola multietnica, fatta di tanti colori, in cui il tentativo è da sempre quello di promuovere l’integrazione, affiancandola alla didattica: questa l’intuizione della preside Fiorella Crocoli che, proprio per questo motivo, ha voluto avviare la parternship con Gli Aquiloni. “Per noi – spiega la presidente della cooperativa Barbara Paris – è un modo per provare ad arginare situazioni di disagio. Una mano tesa a chi ha avuto un vissuto non semplice e, per questo, fatica di più a inserirsi”.

 

“We care” è andato avanti su due binari diversi: un percorso per i bambini della primaria e i ragazzi delle medie e un altro per gli studenti più grandi. Il primo, curato dall’AsdJuppiter sport, è iniziato a febbraio: una serie di incontri e laboratori sull’educazione al benessere, attraverso un’alimentazione corretta e uno stile di vita sano. L’altro doveva essere un campus di alcuni giorni in un agriturismo in zona, pensato per un gruppo di studenti immigrati che Gli Aquiloni segue da tempo; il Coronavirus ha costretto a un cambio di programma ed è così che è nato “Diario di quarantena”. Un’occasione per esprimersi: ascoltare e farsi ascoltare, senza paura di dire quello che si pensa. Interviste per raccogliere emozioni che non vanno sprecate. Un modo per continuare a coltivare fiducia in se stessi e negli altri, cercando di non perdersi. Basta seguire quello che conta davvero, “quello che ti manca e hai voglia di rincorrere”, come ha detto Hermann, uno degli intervistati.

 

Anche per questo, oltre a “Diario di quarantena”, i ragazzi hanno lavorato a “Per non disorientarsi in una pandemia”: una mappa con le loro parole-chiave, sistemate sulla cartina come punti di riferimento irrinunciabili per non lasciare che il trauma potesse farli smarrire. “Ciò che impariamo da questi ragazzi è molto di più di quello che cerchiamo, ogni giorno, di insegnare loro – spiega la preside Fiorella Crocoli -. Questo periodo particolare che hanno vissuto è stato un promemoria per tenere a mente cos’è davvero importante. Le loro testimonianze lo hanno ricordato a tutti noi”.

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“EducationInfluencer” , il personal trainer per lo studio di Juppiter e Gli Aquiloni

Un personal trainer digitale che alleni i ragazzi a studiare andando oltre il libro di testo. Si chiama “Educationinfluencer” l’iniziativa dell’associazione Juppiter e della cooperativa Gli Aquiloni avviata, per la prima volta, all’istituto comprensivo Fantappiè di Viterbo.

L’ha sperimentato la terza F che, tra pochi giorni, sosterrà gli esami di terza media. Un percorso di affiancamento agli studenti per stimolare l’apprendimento, affinando creatività e sensibilità, attraverso la digitalizzazione.

Fa parte di unprogetto sostenuto dal ministero dell’Istruzione e partito all’indomani dell’emergenza Coronavirus, dal nome “L’avventura ha le ali grandi”. La classe, da inizio anno scolastico, stava lavorando con gli educatori di Juppiter e degli Aquiloni all’approfondimento di un tema specifico: la memoria, per far capire loro come il passato non sia un corpo estraneoma una parte del presente.

Il lockdown ha costretto scuola, cooperativa e associazione a ripensare l’iniziativa a distanza. Così è nata l’idea di “Educationinfluencer”: un coach digitale – operatore di Juppiter – ha seguito i ragazzi passo passo.

Obiettivo: affrontare l’argomento memoria con metodi diversi dalla didattica tradizionale. Lezioni a base di videoconferenze, immagini attinte dal web, film, video su YouTube contenenti le testimonianze di chi ha fatto dell’importanza di non dimenticare una missione, proprio come Edith Bruck.

La scrittrice ungherese sopravvissuta alla Shoah è stata intervistata dai ragazzi a gennaio, poco prima della Giornata della Memoria; a maggio ha di nuovo “incontrato” la terza F in videochat, per un’intensa chiacchierata. “Edith Bruck è stata un po’ come la nostra influencer – spiega il presidente di Juppiter Salvatore Regoli -, un punto di riferimento dal quale lasciarsi ispirare e recepire messaggi altissimi: la vendetta non porta da nessuna parte; la memoria porta al cambiamento, o quantomeno, alla speranza.

Un progetto che è la nostra risposta all’emergenza e siamo orgogliosi sia stata immediata e fruttuosa. Nessuno potrà mai sostituire la scuola con la didattica a distanza ma, più che mai in questo momento, la tecnologia è tra le strade a disposizione dei giovani per la loro crescita. E a noi piace camminare insieme a loro”.

 

Coronamento di questa iniezione digitale le tesine dei ragazzi da presentare all’orale, tutte multimediali e incentrate sul tema della memoria, guardato da quattro angolazioni: indifferenza, perdono, resilienza, identità. Ogni studente ne ha scelta una e ha realizzato podcast, video e collage fotografici da illustrare alla commissione. Qualcuno ha allacciato l’argomento al Covid e alla strage di anziani provocata dal virus: la nostra memoria storica annientata dalla pandemia.

 

Un’originale occasione di apprendimento per i ragazzi, secondo la preside dell’istituto Fantappiè, Valeria Monacelli: “Hanno acquisito competenze di public speaking e digitali e, attraverso le challenge e i giochi interattivi, sono stati stimolati nella ricerca e nell’approfondimento. E soprattutto hanno imparato che si può essere un gruppo anche a distanza, abbracciando il cambiamento”.

 

La memoria è solo un primo passo. “EducationInfluencer” si presta particolarmente a tematiche non ricomprese nella didattica standard e legate al sociale: dall’educazione civica al rispetto dell’ambiente, passando per la storia del proprio territorio. Meglio se, come in questo primo esperimento, con un influencer/modello cui i ragazzi possano guardare.

 

Tra le idee in campo, anche quella di allestire uno spazio dedicato all’e-learning all’interno della scuola, accessibile agli studenti e alle loro famiglie e dotato di computer, stampante e collegamento a Internet.

Un’esperienza che Juppiter e Gli Aquiloni ripeteranno anche quando l’emergenza Covid sarà finita, con altre classi del Fantappiè e con altre scuole.

 

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Vitorchiano e l’artista G R insieme per la ricerca sul Covid

La comunità di Vitorchiano e l’artista G R insieme per un progetto a sostegno della ricerca sul Covid-19 dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani di Roma. “A R K by G R” – questo il titolo del progetto – è finalizzato alla crazione, attraverso la performance, di un rapporto vivo tra l’artista e le persone partecipanti, in una prospettiva di community building.

I partecipanti possono inviare un selfie all’indirizzo email ARKbyGR@gmail.com e l’artista realizzerà ritratti digitali veloci che saranno condivisi sulla pagina Facebook e sul profilo Instagram “Visit Vitorchiano“. I ritratti creati saranno donati alla città. Si richiede un contributo volontario ai partecipanti da devolvere alla ricerca sul Covid-19 dello “Spallanzani“.

Tale progetto scientifico è volto alla realizzazione dello studio sulla biologia dei virus con modelli di coltura in vitro bidimensionale e tridimensionale, dello studio della patogenesi mediante marcatore di infezione e gravita e dell’ammodernamento delle attrezzature dei laboratori e della banca biologica dell’istituto.

G R (G.H. Rabbath) è un artista visivo, scrittore e docente. Utilizza la scrittura e l’arte visiva performativa e partecipativa. Nel 2011 rappresenta il Libano col vuoto istituzionale nel bel mezzo dell’Arsenale per la Biennale di Arte di Venezia con il suo progetto concettuale e performativo “Lo stato d’animo“. Nel 2013 ha lanciato il progetto “Il mondo migliore” (Better World), con la cui mostra di ritratti dei palestinesi e del personale delle Nazioni Unite ha partecipato nel 2014 ai festeggiamenti ufficiali per l’Anno Internazionale della Giustizia per il Popolo Palestinese.

Nel 2015 si è svolta un’edizione speciale del progetto dal titolo “La firma con la luce“, documentato nel libro “The G.U.L.F.” per conto della coalizione GulfLabor.org che combatte per i diritti del lavoro migrante nei paesi del Golfo. Rabbath nel 2018 ha lanciato il progetto “Il mondo migliore” in Europa utilizzando la pittura d’azione per connettersi in tempo reale con lo spettatore e creare un racconto insieme.

 

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“EasyExport”, al via il servizio gratuito per favorire l’internazionalizzazione

Mag 29, 2020 Posted by In approfondimenti, Notizie Tagged Comments 0

Si chiama “EasyExport” il progetto a cui aderisce la Camera di Commercio di Viterbo, per offrire gratuitamente servizi specialistici e a particolare valore aggiunto per l’internazionalizzazione delle micro, piccole e medie imprese.

Promosso da Unioncamere e da Co.Mark Tinexta Group, azienda specializzata in servizi di Temporary Export Management, il servizio affiancherà gli uffici camerali nella realizzazione di attività personalizzata e orientamento rivolti alle imprese interessate allo sviluppo di strategie commerciali verso i mercati esteri.

Inoltre l’iniziativa prevede la realizzazione di eventi formativi e strumenti informativi tra il Rapporto informativo/analisi sull’export, liste di clienti/distributori sui mercati esteri, elenchi di richieste di offerte mirate.

Le imprese che desiderano usufruire di tali servizi possono scrivere una mail all’indirizzo internazionalizzazione@vt.camcom.it manifestando il proprio interesse a incontrare il Temporary Export Specialist (TES) e una proposta di data e orario.

In considerazione delle misure in materia di contenimento e gestione della emergenza epidemiologica da COVID-19 gli appuntamenti saranno organizzati da remoto tramite piattaforma digitale Skype o Zoom, accessibili tramite PC, tablet e smartphone.

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“È viva… la scuola”, ecco il blog di Juppiter e Gli Aquiloni

La sveglia che suona impazzita non cambia mai. Tutto il resto, invece, è un po’ meno chiassoso: niente campanella né caos a ricreazione. La scuola, però, è rimasta, con la stessa voglia di sentirsi classe.

La si respira tra le pagine di “È viva… la scuola”, il blog pensato dalla cooperativa Gli aquiloni, in collaborazione con Juppiter. Un diario di bordo collettivo, consultabile sul sito della cooperativa (questo il link: http://www.cooperativagliaquiloni.it/category/e-viva-la-scuola/) aperto agli istituti viterbesi e non, per raccogliere mesi di testimonianze su una quotidianità stravolta dal Coronavirus.

Pagine che raccontano quanto sembri difficile mettersi in gioco, finché non si comincia: “I ragazzi speciali hanno sempre speciali risorse che non immaginavamo”, scrive Alfrida Paganelli, insegnante di sostegno al “Tommaso Silvestri” di Trevignano Romano. Sara, invece, studia all’istituto Monaci di Soriano e pensa che, se il Covid potesse parlare, vedrebbe il bicchiere mezzo pieno: “Questa mia brutta esperienza vi ha portato dolore – fa dire al virus in un tema, come fosse una persona – ma vi ha fatto aprire gli occhi e vi unirà”.

Di sicuro c’è da imparare per tutti, insegnanti compresi, costretti a una full immersion digitale a cui molti non erano abituati. “Dal calamaio alla videoconferenza”, scrive Luciana Vergaro, prof del Merlini che, dal ’58, ne ha cresciuti di studenti da dietro una cattedra. Boom economico, anni di piombo, stragi di mafia: mai la scuola si è fermata; sempre ha attraversato la storia e resistito.

 

“Noi le diamo una mano facendo quello che sappiamo fare: gli educatori – spiega il presidente di Juppiter Salvatore Regoli -. Il blog è solo uno dei tentativi attraverso i quali cerchiamo di ascoltare una comunità che, ora più che mai, ha bisogno di esprimersi.

Ma anche prima dell’emergenza cercavamo di dare voce a questi universi che sono i ragazzi, al di là dei voti e dei compiti in classe”.

Non a caso Juppiter è tra i promotori di un appello alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina per un’alleanza tra il mondo della scuola e il terzo settore: l’educazione affiancata alla didattica per un ulteriore sostegno alla crescita dei giovani. Lungo l’elenco dei firmatari, provenienti da ogni parte d’Italia: dalla Fondazione Exodus di don Mazzi, tra i promotori insieme a Juppiter, a una serie di scuole e agenzie educative anche di livello nazionale, come la Comunità di Sant’Egidio e Educatori senza frontiere.

 

Iprogetti che Juppitere cooperativa Gli Aquiloni avevano avviato in collaborazione a inizio anno scolastico sono proseguiti anche nei giorni dell’emergenza, seppure in versione virtuale. Uno è “Il filo degli Aquiloni”, con l’istituto Agosti di Bagnoregio, per lavorare sulle fragilità dei ragazzi, insegnare loro a farle emergere e non averne paura.
Poi ci sono i percorsi di sostegno allo studio, per telefono e videochat: all’istituto Fantappié di Viterbo, per esempio, l’associazione sta accompagnando i ragazzi della terza media al loro primo esame importante.
Infine i laboratori online con l’istituto omnicomprensivo di Orte, per arginare il disagio attraverso l’educazione a una vita sana, la musica, la scrittura creativa, l’integrazione insegnando l’italiano.

“La primaria di Orte Scalo – scrive la maestra Roberta Castri sul blog degli Aquiloni – è una scuola a colori: bambini di circa 45 nazionalità diverse, con un 30% di stranieri che arrivano da svariate parti del mondo”.

Iniziative che sono diventate come un raccoglitore di emozioni in quarantena: Juppiter sta pensando di farne un docufilm. Le interviste su Zoom, sostituite agli incontri di persona, sono servite ai ragazzi da valvola di sfogo per elaborare l’isolamento e renderlo più sopportabile, anche solo parlandone insieme. La missione degli educatori, del resto, è questa: un mestiere “bellissimo”, secondo lo psichiatra Vittorino Andreoli, che “significa tirare fuori e non imporre, come spesso si crede”. 

 

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“Colloqui fiorentini” , primo premio del Buratti al concorso nazionale

Carlotta Cori, Luthien Mucciante, Bianca Piergentili e Chiara Salvatore, studentesse del liceo classico “Mariano Buratti” di Viterbo (classi IIIA e IIIB), si sono aggiudicate il primo premio nel concorso nazionale “I colloqui fiorentini” con una pregevole tesina su Cesare Pavese, autore messo a tema dal comitato didattico della manifestazione organizzata da Diesse Firenze.

Il loro lavoro di ricerca, intitolato “Saprò almeno che devo fermarmi” e incentrato sul percorso della consapevolezza nell’opera di Pavese, è stato valutato come il migliore tra le centinaia a concorso, con questa motivazione, espressa dal presidente della giuria prof. Edoardo Rialti:

Ci sono parole, concetti ed espressioni che usiamo in continuazione, che crediamo di possedere e maneggiare. Ed ecco la grande arte che li mostra in modo nuovo, ce ne fa sorprendere la dinamica e le implicazioni profonde, molto più profonde di quanto siamo abituati a pensare.

E’ proprio su uno di questi verbi che si concentra la presente tesina così ricca e suggestiva, braccandolo come un filo rosso o una corrente sotterranea nell’intera opera di Pavese. Un percorso di grande maturità, conoscitiva ed emotiva, nel quale si fronteggia il drammatico passaggio nella vita di tutti, quando “arriva il momento in cui si capisce”.

Grande soddisfazione è stata espressa dal Dirigente scolastico, Clara Vittori, e dai docenti Lorella Alparone, Elisa Zampetta e Gianluca Zappa che hanno accompagnato un gruppo di più di venti studenti in questo percorso di conoscenza dell’uomo Cesare Pavese e della sua opera.

Un percorso iniziato già alla fine di Settembre e conclusosi nella prima metà di Gennaio con la realizzazione delle tesine di ricerca, che presto verranno riunite in una pubblicazione.

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Montalto: ecco la app per prenotare la spiaggia libera

Mag 27, 2020 Posted by In approfondimenti, Notizie Tagged , , Comments 2

Il vicesindaco di Montalto di Castro, Luca Benni, ha firmato l’ordinanza n.17 del 26 maggio 2020, che ricalca le indicazioni del Governo e della Regione Lazio, sulle misure per contrastare l’epidemia Covid-19, adattandole alla tipologia delle spiagge del litorale di Montalto di Castro e Pescia Romana.

Il provvedimento mette in atto tutte le misure precauzionali di contenimento, attraverso l’accesso contingentato nelle spiagge per evitare assembramenti, con percorsi dedicati all’ingresso e all’uscita, con l’installazione di cartelli sulle informazioni delle misure di prevenzione da adottare.

Saranno garantiti l’igienizzazione e il distanziamento sociale, l’assistenza in ogni momento. Saranno consentiti gli sport individuali: rimarranno quindi i consueti corridoi di uscita per le attività acquatiche come Kite-Surf e Wind-Surf.

Le spiagge libere saranno presidiate da personale opportunamente formato.

Il comune metterà a disposizione anche una app, attraverso la quale si potrà prenotare l’accesso alla spiaggia libera più amata: chi non sarà registrato potrà comunque accedere in spiaggia fino al raggiungimento della capienza massima calcolata.

Un altro obbligo è quello di arrivare con la mascherina indossata, che potrà essere tolta solamente una volta che ci si è sistemati sull’arenile.

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“Maschere e arte”: progetto solidale della Fucina Creativa

“Maschere e arte”: da mascherine chirurgiche ad accessorio artistico da indossare. Questa l’evoluzione dei cento dispositivi di sicurezza che il Comune di Viterbo ha donato nelle scorse settimane alla Fucina artistica dei Giardini di Ararat di Laura Belli.
Un’iniziativa realizzata grazie agli artigiani di Confartigianato Imprese di Viterbo, con il patrocinio del Comune.
 
E ieri mattina le stesse mascherine, trasformate in oggetti originali ed esclusivi, sono state presentate al sindaco Giovanni Maria Arena e all’assessore alla cultura Marco De Carolis dal segretario provinciale di Confartigianato Imprese di Viterbo, Andrea De Simone, e dall’imprenditrice e presidente del Movimento Donne Impresa di Confartigianato Viterbo.
“Una bella iniziativa, figlia dell’estro di Laura Belli e della Fucina dei Giardini di Ararat, che ha coinvolto diverse nostre imprese artigiane – ha spiegato Andrea De Simone -.
Un progetto con una duplice finalità, creativa e solidale, visto che nel laboratorio artistico sono stati coinvolti anche gli ospiti della casa di riposo Bellorizzonte.
Un modo per rispondere con allegria all’obbligo dei dispositivi di protezione. Ringrazio il Comune di Viterbo per averci supportato”.
 
Ad aggiungere dettagli è stata la titolare dell’azienda agrituristica I giardini di Ararat, Laura Belli, anima della Fucina artistica insieme a Simone Gamberi. “Possiamo proteggerci e nello stesso tempo dire qualcosa, esprimere noi stessi. Questo nuovo oggetto è entrato prepotentemente nella nostra vita e ora rappresenta quasi un capo d’abbigliamento, un dettaglio del nostro vestire quotidiano”.
“Cento mascherine diventate artistiche grazie al lavoro di artigiani e degli ospiti della casa di riposo Bellorizzonte – hanno sottolineato il sindaco Arena e l’assessore De Carolis, ringraziando gli artefici dell’iniziativa -.
Un progetto di valore artistico e sociale in un momento particolare per noi e per la nostra città.
Una serie di esclusive mascherine, necessarie per limitare il contagio da Covid-19, realizzate con estro e fantasia.
Un’idea bella e creativa che ha coinvolto più settori, compreso quello floreale, grazie all’iniziativa ‘Viterbo in fiore che non c’è’, in onore di una tradizionale manifestazione florovivaistica che ogni anno si svolge nel ponte tra il 25 aprile e il primo maggio, quest’anno annullata a causa dell’emergenza epidemiologica”. 
 
Le cento mascherine chirurgiche donate dal Comune di Viterbo sono diventate oggetti d’arte esclusivi grazie al lavoro di cucitura e assemblaggio della Bottega Artigiana di Marilena Pennetta.
 
Le decorazioni artistiche sono state realizzate da Monica Marangi e dagli anziani ospiti della casa di riposo Bellorizzonte. La stampa sulla stoffa delle mascherine dipinte a mano è stata realizzata da Graphostudio di Alessandro Pangrazi. 
Le mascherine di cotone, cucite a mano, sono lavabili e riutilizzabili.
 
Il ricavato delle mascherine verrà destinato a iniziative culturali e solidali. 
All’interno della sala rossa di Palazzo dei Priori, ieri mattina, erano presenti anche Marilena Pennetta di Bottega Artigiana ed Elena Sbandi, per la casa di riposo Bellorizzonte.
 
Per tutte le info sulle mascherine  consultare i social dell’azienda I giardini di Ararat, info 0761/289934.
 

 

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“I magnifici 7” di Juppiter: due mesi ininterrotti con i ragazzi disabili

Mag 7, 2020 Posted by In approfondimenti, Notizie Comments 0

Alphonse ha una moglie e tre figli che lo aspettano a casa; il più piccolo non fa che chiedergli: “Quando torni?”. Renato doveva andare a vivere con la fidanzata. Jean stava cercando di far venire sua moglie in Italia dal Burkina Faso. Hanno lasciato tutto per prendersi cura dei loro ragazzi disabili.

A tempo pieno.
Sono educatori dell’associazione Juppiter: Alphonse, Renato e Jean, ma anche Simona, Marika, Jessika e Claudine, che li aiuta a preparare da mangiare. “‘I magnifici 7’ – li chiama il presidente dell’associazione, Salvatore Regoli -, perché certo un po’ magnifici bisogna esserlo, per mollare le proprie famiglie a tempo indeterminato e trasferirsi con 18 ‘ragazzi speciali’, disabili e autistici”.

Dal 5 marzo al 4 maggio hanno vissuto una specie di “Grande Fratello” senza telecamere: la casa grande c’era; il giardino pure (un castagneto di seimila metri quadri, a San Martino al Cimino); nessuna visita, al massimo le telefonate dai familiari. Sette educatori e 18 ragazzi insieme h24 per due mesi, senza uscire neanche per la spesa: gliela portavano altri colleghi educatori di Juppiter, insieme a vestiti di ricambio e a tutto il necessario, lasciato fuori dal cancello.

Un filo costante, mantenuto col resto dell’associazione, tra telefonate e videoconferenze. Perché a nessuno, per 60 giorni, è stato permesso di entrare o uscire da questo guscio protettivo, a prova di Coronavirus.
Da ieri è iniziata una graduale Fase 2: “i magnifici 7” hanno potuto riabbracciare le famiglie e ripreso i normali turni, alternandosi con gli altri colleghi di Juppiter, mentre i 18 ragazzi speciali resteranno ancora nella casa, per prudenza.


La maggior parte di loro abitava nelle case famiglia di Juppiter, a Capranica e Bagnoregio; un gruppetto conviveva, sempre a Capranica, nel progetto “dopo di noi”, per imparare a essere adulti e autonomi. Sarebbe stato complicato isolarsi e rispettare le distanze in quei piccoli appartamenti in centro storico, tra l’andirivieni, a turno, degli educatori: una routine che ha funzionato per anni resa di colpo rischiosa dal Covid.
Da qui l’avventura di San Martino, condivisa e voluta dalla direzione della Asl di Viterbo fin dalla prima ora e seguita passo passo dal Direttore del Servizio Disabile Adulto e di Neuropsichiatria Infantile Marco Marcelli e dal neuropsichiatra Antonio Panichelli.

Un progetto a metà strada tra necessità e scommessa, racconta Alphonse, il decano dei “magnifici 7”: arrivato dal Togo 15 anni fa, ha trovato asilo in Italia e un lavoro in Juppiter. “L’epidemia ci ha costretti a scegliere – dice -: o facevamo tornare i ragazzi a casa dai parenti, interrompendo i loro percorsi di crescita personale, o li aiutavamo a proseguire. È quello che abbiamo fatto”. Nella casa di San Martino, un immobile di proprietà della Provincia, c’è spazio a volontà: tante camere, un salone per le attività, la cucina industriale, la sala mensa e una cintura di verde. Le giornate scivolano tra ginnastica, passeggiate, pulizie, canzoni. Via i cellulari il più possibile: la parola d’ordine è “insieme”.

La nostalgia di casa ha pesato, ma nessuno parla di “sacrificio”. “Per me è stata un’occasione – spiega Renato, 25 anni, operatore socio sanitario, oltre che educatore -.

Stare più con i ragazzi per conoscerli meglio era quello che volevo: un turno di qualche ora non te lo permette”. Non è stato facile costruire la “nuova normalità”. “Spiegare loro il perché delle restrizioni è stata dura – dice Simona, trent’anni, una laurea in Scienze dell’educazione -. Ma ogni difficoltà l’abbiamo affrontata insieme. E così l’abbiamo superata”.
Jean, 37 anni, lavorava come educatore anche in Burkina Faso: nove anni fa l’incontro con un’associazione italiana e il viaggio che l’ha portato qui.

“È stato uno scambio – osserva -. Siamo cresciuti noi, sperimentando quello che studiamo nei nostri corsi di adattamento, e sono cresciuti i ragazzi. Ora hanno molta più fiducia l’uno nell’altro”. Qualcuno anche in se stesso, educatori compresi. Come Jessika, 25 anni, una passione per gli altri e una gran paura di non farcela, all’inizio di quest’esperienza, ma si è dovuta ricredere: “Ci siamo aiutati e sorretti a vicenda. Uscirò molto più sicura di quando sono entrata qui”. Con Marika, laureanda, sono più o meno coetanee: “Non ero mai stata così tanto tempo lontana da casa – dice lei -. Qualche dubbio c’era, ma l’esigenza di proteggere i ragazzi è stata più forte”. Sono loro i veri “magnifici”, per il team di educatori: “Ti regalano il sorriso e l’energia – dice Alphonse -. Con loro non puoi mai fermarti: ogni giorno è una sfida”.

 

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