La poliedricità della figura del Manzoni in un incontro con autorevoli relatori

di Simona Tenentini

CIVITA CASTELLANA – Importante appuntamento culturale venerdì scorso, 15 dicembre, a Civita Castellana.

Presso la sala Pablo Neruda, autorevoli relatori hanno celebrato la figura di Alessandro Manzoni,  a 150 anni dalla morte.

Manzoni ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura italiana, non solo come scrittore ma anche come personaggio di spicco del Risorgimento italiano e, nel corso dell’incontro, è stato fatto il punto sulla sua attualità e modernità.

A tracciare i contorni della grande figura storica il dottore di ricerca in Teologia Pastorale, Ampelio Santagiuliano, l’estetologo Fabio Galadini, il presidente dell’associazione culturale nazionale Giorgio La Pira, Emilio Corteselli moderati da Antonio Nobili, presidente Confconsumatori.

 “Manzoni ha ricollocato il cristianesimo nel mondo  – ha affermato Santagiuliano – e ne ha attualizzato la visione teologica, riportandolo fuori dai templi”

“In Manzoni il Vangelo ha un aspetto sociale  – ha aggiunto Galadini – e la sua conversione, dopo il matrimonio con Enrichetta Blondel lo porta ad una feroce critica dell’ utilitarismo di cui assurge a simbolo Don Abbondio.

I Promessi Sposi è una grande critica della società dell’ epoca e la sua lettura va necessariamente collegata con il prodromo della Colonna Infame: si tratta di un continuum finalizzato all’ideale di abolizione delle classi sociali per porre tutti sullo stesso piano.

L’ attualità del Manzoni si colloca su due livelli e si interroga sulla visione classista del mondo sociale, che va ben oltre la visione pedagogica in cui è stata relegata l’opera.”

“Manzoni è stato un personaggio straordinario – ha concluso Corteselli – e rappresenta in toto il mondo cattolico degli Illuministi.

Il punto focale della sua storia è stata la conversione, perché i più grandi cattolici sono i convertiti.

Non è un caso se, nei Promessi Sposi lo storicismo cattolico si evidenzia con la Provvidenza.”

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