NEWS – La cultura di Viterbo affonda nel guano di piccione

Nuova sconvolgente scoperta da parte di Viterbo Civica. Stavolta a finire sotto accusa è lo stato di degrado e l’inaccettabile abbandono in cui versa Palazzo Farnese. Ecco quanto denunciano dal movimento: “Questa è una storia che comincia tanto tempo fa, quando esistevano a Viterbo ancora famiglie di antica nobiltà che vivevano in magnifiche dimore. Una di queste, Palazzo Farnese, fu costruita dalla famiglia ghibellina dei Tignosi su un preesistente nucleo etrusco. Il primo documento scritto in cui si parla del palazzo è del 1278. Successivamente il palazzo passò alla famiglia Farnese, quando nel 1431 Ranuccio Farnese, capitano dell’esercito pontificio, fu chiamato a difendere la città. Ranuccio era il nonno di Alessandro, il futuro papa Paolo III, e della bellissima Giulia, amante del controverso papa Alessandro VI Borgia. La leggenda popolare racconta che Alessandro Farnese sia nato proprio in questo palazzo, non esistono prove al riguardo ma di certo lui e la sorella vissero gli anni della prima giovinezza tra le mura viterbesi. Basterebbe questo particolare per richiamare turismo, facendo del palazzo un punto focale per la visita della nostra città. Sarebbe bello se Palazzo Farnese fosse inserito in un circuito di visite guidate dei palazzi storici ingiustamente dimenticati. L’abbiamo già detto, noi di Viterbo Civica, sogniamo in grande e ci piacerebbe che il palazzo diventasse uno spazio espositivo dove organizzare una mostra permanente dedicata all’affascinante figura di Giulia Farnese, la cui leggendaria bellezza ha ispirato i maggiori artisti rinascimentali. Pensate a quale eco internazionale avremmo se per l’inaugurazione della mostra, potessimo esporre contemporaneamente tutte le opere nelle quali gli storici dell’arte hanno creduto di riconoscere le fattezze della donna, dal Pinturicchio a Raffaello, passando per Sebastiano del Piombo. Un palazzo del genere con queste potenzialità, per anni è stato sede dell’amministrazione ospedaliera di Viterbo, parte integrante dell’Ospedale Grande degli Infermi, poi da una decina d’anni a questa parte, ha seguito la sorte dell’ospedale ed è stato abbandonato a se stesso. L’appello pubblico che abbiamo lanciato qualche settimana fa, ci ha regalato una sorpresa insperata poiché sono giunte delle foto in forma anonima che testimoniano le pietose condizioni degli interni; anche in questo caso le foto non hanno bisogno di alcun commento. Noi di Viterbo Civica ci siamo limitati a costatare direttamente sul posto la presenza di numerosi vetri rotti da cui entrano i piccioni. Da cittadini comuni quali siamo, ci limitiamo a porre le solite domande semplicistiche di chi è all’oscuro dei fatti e dei giochi di potere, sperando sempre di ottenere risposte, che nel caso precedente (il Conservatorio del Buon Pastore) non sono ancora arrivate. Com’è possibile non accorgersi dei vetri rotti che sono visibili a occhio nudo all’esterno della struttura? Siete consapevoli che, oltre ai piccioni, può entrare anche la pioggia e creare infiltrazioni d’acqua? Vi sembra normale mandare in malora un palazzo del 1200? Esiste un progetto per ristrutturare e recuperare il palazzo? Esiste almeno un responsabile che dovrebbe occuparsi della manutenzione ordinaria, nello specifico sostituire dei vetri rotti? La nostra associazione è disponibile a ripulire gratuitamente tutte le stanze, perché troviamo veramente inconcepibile che la nostra storia e, quella che potrebbe diventare, la nostra fonte di ricchezza debba essere sepolta da strati di guano di piccione. Attendiamo risposte.

No Comments