CULTURA – Le meraviglie di Viterbo che giustificano la tassa di soggiorno

– da Bruno Pagnanelli –

Oggi parlavo con mia moglie, nella solita scorretta e sconclusionata dialettica di un pranzo con il TG in sottofondo. Ci siamo soffermati su una notizia, letta sui quotidiani locoali, riferita alla proposta della maggioranza cittadina che vorrebbe imporre una tassa di soggiorno sui turisti che verranno a visitare questa città. Allora ci siamo messi a pensare cosa potrebbe fare un turista a #Viterbo.
Abbiamo provato ad elencare cose per vedere se il costo della tassa sommersa, poteva essere bilanciato con gli agi e le bellezze del territorio.

Perchè di cosa da fare ce ne sono, dacchè un turista potrebbe:
– andare ad ammirare opere della storia lasciate dai nostri avi: capitelli, manifatture antiche, gioielli, quadri, dipinti, marmi, bronzi, al museo, appena sarà riaperto;
– andare a vedere rappresentata un’opera, un balletto, una commedia, con l’acustica perfetta e la splendida cornice del teatro dell’unione, non appena sarà riaperto;
– visitare il centro pulsante della città con i negozi del lusso al Corso o in via Saffi, magari quelli che sono rimasti aperti;
– rinfrescarsi nelle fontane della città e usufruire di trattamenti benefici sulla pelle con impacchi di alghe e putrescenze di piccione;
– bere nel caldo estivo, acqua fresca dai rubinetti (è consigliato uno strumento a norma di legge al seguito detto dearsenificatore a causa di piccole controindicazioni)
– lasciare l’auto nei parcheggi fioriti di valle faul e arrivare in centro tra lampioni divelti da artisti dell’avanguardia viterbese post apericena;
– godere della vista di opere ciclopiche come il risveglio di Seward jhonson a valle faul, coronato di transenne di plastica arancione e decorato da altrettanti creativi,
– ammirare la costruzione di un ascensore, opera prima dell’inutilità asservita alla politica, come monito alle future generazioni;
– distrarsi con la rappresentazione quotidiana dello smercio della droga sopra piazza del sacrario;
– ammirare le potenzialità dell’integrazione fra razze diverse (dominicani, rumeni, indiani, brasiliani) in totale armonia fra loro, presso il medesimo spazio;
– misurarsi con l’impavida impresa di mangare un panino con la porchetta il 20 luglio, nella speranza che i brufoli nn diventino grandi come le frappe;
– osservare e gioire del cetro storico, facendo lo slalom fra deiezioni di uccelli, canidi, felini e a volte, in rari casi, anche di umani;
assistere allo spettacolo delle rimozioni forzate collettive del venerdì sera, con tanto di moccoli e anatemi,
– andare al cinema all’aperto, ma anche al chiuso, se ve ne fossero di degni di tale nome,
– affittare una bici per percorrere la famosa pista ciclabile di strada bagni fra le meravigliose distese di vivai e gli ottimi effluvi d’annata di depuratori poco funzionanti;
– affittare uno scooter e provare l’ebbrezza dell’anarchia stradale e, qualora si vincesse un incidentino, anche piccolo, con annesso trauma contusivo, potrebbe provare anche le meraviglie del nostro ospedale eternamente incompiuto;
– potrebbe bearsi nelle acque termali, qualora si pagasse la relativa tassa sull’ingresso in strutture abusive e quella regolare, estremamente parca, in strutture private;
– potrebbe vedere una partita di calcio, di squadre blasonate, in un impianto sportivo di primissima qualità;
– potrebbe ammirare le meraviglie dell’ingegneria estrema, quella dei documentari del “nescional geografic”, con le rotonde con raggi di curvatura errati, ponti di viabilità di raccordo che si affacciano su strade private, strade che si sfaldano in 5 anni;
-potrebbero fare un salto nella locale striscia di gaza, il quartiere più popoloso nominato come le ppolveriere, confinato a ghetto da due strade dal facile accesso,
– potrebbe sostare nella sala del consiglio comunale, di malsana bellezza, a vedere le gesta dei nostri manager oratori, quando sono presenti (per questo bisogna fissare degli appuntamenti, pena l’annullamento dell’evento).
– affittare un SUV (per non sentirsi fuori luogo) e andare al macdrive a mangiare cibo slow food di fronte alla torre della bella galliana con l’odore dell’urcionio nei pressi.
Insomma di cose da fare ce ne sono moltissime. Da cittadino fiero di abitare questa città di creativi e di fenomeni ritengo giusta la tassa di soggiorno.
Così, per dire..

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