CULTURA – A Vasanello gran finale con Miguel Mañara della rassegna a cura di Franco Nembrini

Grande conclusione, giovedì 9 aprile a Vasanello, della rassegna culturale a cura di Franco Nembrini organizzata dall’amministrazione comunale.
Dopo i primi tre appuntamenti, dedicati alla rilettura della Divina Commedia e di Dante, poeta del Desiderio, nella serata conclusiva lo studioso si è soffermato sulla figura di Miguel Mañara, come viene descritto da Oscar Milosz, che, prendendo spunto dalla reale vicenda di don Giovanni, racconta le incredibili gesta di questo ricco nobile spagnolo che ha tutte le donne che vuole ma è perennemente insoddisfatto.

Solo l’incontro con una giovane fanciulla, Girolama, gli farà comprendere cosa il suo cuore desidera davvero, ma si tratterà di una breve parentesi. Qualche tempo dopo il matrimonio, infatti, Girolama muore, e l’esperienza del dolore costringerà Miguel ad elaborare una nuova visione della vita. Si farà frate e morirà in odore di santità.
“Si tratta di un libro che ha profondamente segnato la mia esistenza – ha dichiarato Nembrini – in quanto alcune situazioni mi descrivono in maniera impressionante, al punto che queste pagine per me sono come carne e sangue.
Ci si trova ancora una volta, come già in tutte le altre opere di Nembrini, di fronte al viaggio appassionato nel centro del profondo dramma che agita l’animo umano, quello dell’incessante ricerca della felicità.
“Miguel parla al cuore di tutti, ovvero di tutti coloro che aspettano solo qualcuno che li riveli a se stessi mentre nel frattempo passano la loro esistenza “masticando l’erba amara sullo scoglio della noia”.
Don Miguel è un uomo che dalla vita ha tutto, che si è concesso completamente a Satana senza tuttavia saper colmare la sua brama perenne di felicità, perchè nulla basta a colmare il suo desiderio di bene e di infinito, ovvero il “desiderio di abbracciare le infinite possibilità della vita”.

L’opera si chiude con la morte, meravigliosa, del protagonista, dopo che ha compiuto anche un miracolo guarendo uno storpio; ma il miracolo eclatante, quello delle gambe raddrizzate, non è che un’immagine del miracolo vero che ognuno può sperimentare, ossia il passaggio dell’ anima rattrappita che torna diritta, e che, grazie all’esperienza del perdono, si rinnova piena di pace e di speranza, nonostante le tribolazioni e le fatiche di ogni giorno.

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